Il presente mi interessa se è bello, non banale, intelligente, ironico, insomma in questo senso sono un esteta, non un giornalista, o uno studioso. Lascio ad altri, molto più capaci e adatti di me, questo compito. Nel mio modesto parlare per immagini mi muovo in tre dimensioni:


Il paesaggio, il ritratto e le composizioni in studio, in inglese still-life; non sopporto la definizione italiana natura morta, che evoca cimiteri e decomposizione piuttosto che bellezza e riflessione.
Memoria=cultura
Un altro aspetto che sento sempre presente mentre fotografo è il passato, fatto di ricordi, rimpianti, esperienze e nostalgie. Senza memoria -banale dirlo- è impossibile fare delle scelte, avere un’opinione. E anche se è una parolaccia, direi che memoria equivale a cultura.


Nel passato la vita esteriore e quella interiore si contrappongono e si mischiano continuamente, e tutto questo rimestare si trasforma in fotografie per chi è fotografo, in dipinti, poesie, romanzi, musica, canzoni e film per chi sceglie altre strade vitali, interessanti e divertenti per vedere il mondo e sé stesso.

